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Perché per comprendere meglio l'intelligenza artificiale consiglio di ascoltare Giorgio Vallortigara

Dopo che avete ascoltato video più o meno tecnici e filosofici sull'intelligenza artificiale, consiglio di ascoltare i video di Giorgio ...

Dopo che avete ascoltato video più o meno tecnici e filosofici sull'intelligenza artificiale, consiglio di ascoltare i video di Giorgio Vallortigara. Quali, molti. Perché? Perché in qualità di professore e ricercatore dell'università di Trento tratta argomenti relativi a cosa è l'intelligenza e riflessioni su cosa sia la coscienza.

Ad esempio che cosa possiamo imparare da questo suo video?

Pensieri Bestiali: Quando un Pulcino Fa di Conto e una Scimmia Ci Fa Pensare

Giorgio Vallortigara, nel suo libro Pensieri Bestiali. Intelligenza e coscienza tra mosche, pulcini, scimmie e bambini, si lancia in un'avventura affascinante tra numeri, esperimenti e riflessioni profonde, con un obiettivo chiaro: distinguere tra intelligenza e coscienza negli animali. Perché sì, possiamo trovare pulcini matematici e pesci che tirano a segno, eppure questo non significa che siano consapevoli di quel che fanno. Insomma, essere svegli non equivale a essere "svegli" nel senso più profondo del termine.

Intelligenza Animale: Il Club Segreto delle Menti Bestiali

Se pensavate di essere gli unici a contare il resto al supermercato, sappiate che i pulcini vi danno filo da torcere. Vallortigara ci mostra una carrellata di esempi in cui gli animali sfoggiano abilità cognitive sorprendenti, senza però farci credere che abbiano per forza un “io” che li guida.

  • Pulcini Calcolatori: Esperimenti dimostrano che i pulcini allevati con un certo numero di oggetti tendono a preferire insiemi della stessa numerosità. E non si fermano lì: sanno anche eseguire addizioni e sottrazioni basilari. Se un pulcino capisce che 2+1 fa 3, possiamo ancora lamentarci di quanto fosse difficile la matematica alle elementari?

  • Pesci Cecchini: I pesci arciere non solo sputano per colpire la preda (come se avessero un fucile ad acqua incorporato), ma riconoscono anche schemi numerici e possono essere addestrati a rispondere a stimoli visivi con un numero preciso di punti. Quindi, se un giorno un pesce vi batte a Sudoku, non dite che non vi avevo avvisato.

  • La Regola del Numero e dello Spazio: Pulcini e neonati umani sembrano avere una naturale predisposizione ad associare numeri piccoli alla sinistra e numeri grandi alla destra. Questo suggerisce che la nostra organizzazione numerica mentale non sia solo frutto della scuola, ma abbia radici profonde nell’evoluzione. Quindi, la prossima volta che contate con le dita, pensate a quanto siete... biologicamente coerenti.

  • L’Inferenza dei Polli: No, non è il titolo di un giallo, ma un’abilità cognitiva avanzata. I polli riescono a risolvere problemi di inferenza transitiva, un po’ come quando voi capite che se Marco è più alto di Luca e Luca è più alto di Paolo, allora Marco è più alto di Paolo. Certo, i polli non lo scrivono in un quaderno, eppure la loro capacità di ragionamento sociale è notevole.

Coscienza: Il Grande Dilemma (Per Noi e per Loro?)

Se l’intelligenza negli animali è fuori discussione, la coscienza è tutto un altro paio di maniche. Vallortigara chiarisce che non basta essere bravi a risolvere problemi per essere consapevoli di sé stessi. Dopo tutto, anche le calcolatrici danno risultati impeccabili, eppure nessuno pensa che abbiano crisi esistenziali.

Una chiave per capire la coscienza arriva dallo studio del blindsight: alcuni pazienti con danni cerebrali riescono a evitare ostacoli o a indicare la posizione di un oggetto senza "vederlo" coscientemente. Questo suggerisce che la percezione e la consapevolezza siano due cose distinte. Possiamo ricevere informazioni dal mondo senza esserne veramente “presenti”.

Vallortigara propone una spiegazione intrigante basata sulla copia efferente: il cervello, quando prepara un movimento, genera una sorta di "copia interna" di ciò che si aspetta di percepire. La coscienza potrebbe emergere proprio quando questa copia non corrisponde alla realtà. Insomma, potrebbe essere l’errore, il disallineamento, a farci diventare davvero consapevoli.

E quindi? Siamo soli nella nostra consapevolezza?

Questa distinzione tra intelligenza e coscienza ha implicazioni importanti. Se gli animali possono essere intelligenti senza essere coscienti, come dobbiamo trattarli? E se alcune creature, come i bambini anencefalici, possono sentire senza avere capacità cognitive complesse, quali sono le implicazioni etiche?

Vallortigara non dà risposte definitive, e fa bene: la scienza è un continuo work in progress. Tuttavia, il suo messaggio è chiaro: prima di attribuire la coscienza agli animali, serve cautela e, soprattutto, serve capire meglio il funzionamento del nostro stesso cervello.

Nel frattempo, continuiamo a osservare il mondo animale con meraviglia. Perché, coscienti o meno, polli matematici e pesci arcieri ci insegnano ogni giorno che la natura ha molta più fantasia di noi.

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